
TAM TAM BUM racconta la storia di un gruppo di cuccioli che fanno “musica” con una serie di utensili da cucina. Per primo incontriamo il gufetto, seduto davanti ad una casseruola che percuote con due mestoli, nella pagina successiva si aggiunge un anatroccolo con due coperchi, quindi arriva l’uccellino con ciotola e cucchiaio di ferro, poi il corvo e il pulcino, entrambi rispettivamente con scolapasta-forchette e vassoio-palette. Il rumoroso concerto termina con l’intervento di mamma gufo, che recupera tutti gli oggetti sonori e propone una gustosa merenda. Ma dopo quale sarà il nuovo gioco?
Libro cartonato con angoli arrotondati, il formato è un quadrato di 28 pagine, adatto ai bambini a partire dai 18 mesi; il testo è essenziale, con informazioni minime, accompagnate da una miriade di suoni onomatopeici – presenti anche nel titolo –, ognuno attribuibile ad uno specifico utensile: deng, bim, bum, zong, clang. Le illustrazioni sono semplici, immediate e intuibili anche senza essere necessariamente accompagnate dalla lettura, ciò rende il libro fruibile dal bambino in completa autonomia. La vicenda si sviluppa su entrambe le pagine senza interruzione e questo rende facile la lettura per i piccoli, così come la scelta di usare uno sfondo quasi neutro – si possono osservare solo poche linee, utili per definire un interno uguale per ogni pagina – sul quale si raccontano i piccoli protagonisti.
La narrazione segue la struttura della storia per accumulo, secondo cui la successione degli eventi segue il principio della lista: in questo caso ad ogni pagina si presenta sempre la stessa situazione/azione, alla quale si aggiunge un elemento nuovo … nel nostro caso un cucciolo che si unisce al resto del gruppo per suonare. Il libro è adatto ad una coinvolgente lettura ad alta voce, ma anche per essere “agito” poiché suggerisce un’attività musicale, che i piccoli conoscono e padroneggiano molto bene: l’esplorazione sonora. Con quest’ultima si intende la produzione di tutti quei suoni e rumori che i neonati/bambini sanno produrre con maestria, con qualsiasi cosa si ritrovino fra le mani. I pasticci e gli impiastri rumorosi sono i prodotti di un “fare musica” innato, con le mani, con tutto ciò che circonda il bambino e sottende una complessa elaborazione mentale. Infatti, il comportamento esplorativo comprende il gioco spontaneo casuale, grazie al quale i protagonisti della storia sono entrati in contatto con le caratteristiche acustiche e musicali degli oggetti scelti, per poi produrre i suoni che più gradiscono. E’ possibile, poi, che una volta in gruppo, i cuccioli abbiano intenzionalmente prodotto una serie di suoni e rumori, perseguendo risultati precisi, per giungere ad una produzione ripetitiva, che presuppone l’uso della capacità selettiva, ossia scartare e/o tenere i diversi suoni. Il “fare musica” così come ci è raccontato nel nostro libro è probabile che abbia prodotto un concerto rumoroso e fastidioso, forse a tratti sarà stato possibile ascoltare qualche breve successione ritmica semplice; nel gruppo si saranno sicuramente attivati processi imitativi, estremamente importanti nei processi di apprendimento. L’attività sonora dei cuccioli è sostenuta da un processo mentale complesso, finalizzato alla manipolazione/conoscenza dell’oggetto e alla raccolta di informazioni che vengono filtrate, selezionate, analizzate, concettualizzate e organizzate. Sta all’adulto favorire ed organizzare un contesto di gioco, affinché anche i cuccioli d’uomo si trovino a vivere in piena liberà la ricerca sonora.
Sempre per Babalibri l’autore, che è anche sceneggiatore di testi teatrali per bambini, ha pubblicato Orsetto cambia casa (1999) e Le tre porcelline (2000).