Libreria Libri e giochi – Besana Brianza

Tonja Valdiluce

Di: Maria Parr

Edito da: Beisler Editore

“Suona allora”. Lei compone di nuovo il numero sul foglietto e quanto sente che Heidi risponde un po’ spazientita, fa un cenno al suo amico. Poi alza il braccio e regge la cornetta a mezz’aria, nello stesso momento in cui il vecchio troll della Val di Luce solleva il suo violino e appoggia l’archetto sulle corde. Tonja ha ascoltato Gunnvald molte volte. Per tutta la vita, fin da quando può ricordare, la sua musica è fluttuata nell’aria attorno a lei. Ma non lo ha mai sentito suonare come ora. E’ in piedi in cucina, come al solito. I capelli sono spettinati, come al solito. Gli occhi sono chiusi, come al solito. Però quello che si sprigiona dal violino non è come al solito. E’ come se stesse facendo vibrare il proprio cuore attraverso le note. Sta suonando per Heidi e suona a lungo. Suona tutto quello che ha dentro di sé. Quando ha finito, cala un silenzio così assoluto che Tonja non ricorda di averne mai sentito uno simile. Tremante, si accosta il telefono all’orecchio. “Click”, sente. Heidi ha riattaccato.  

Quella che ho appena letto è a mio avviso la pagina più commovente e profonda: racconta di quando Tonja costringe Gunnvald a telefonare a sua figlia Heidi, con la quale non comunica più da trent’anni.

Ma faccio un passo indietro:  Tonja, Gunnvald e Heidi sono i protagonisti di questo splendido romanzo, adatto a lettori dai 10 anni in su ma ti assicuro godibile e piacevole anche per noi adulti, perché è una narrazione di qualità.

Tonja, detta bolide valdiluce, è una sorta di Pippicalzelunghe moderna. Sta per compiere 10 anni, vive con il papà in Val di Luce, mentre la mamma lavora lontano.

Val di Luce è una valle incastonata tra le montagne, con tanto di bosco delle fate, malga,  sperone, fattoria, stalle e animali, circondati da Picco della Sentinella, Corno Lucente … una valle ove la natura regala continui spettacoli:

“Sentivano scrosciare il fiume e stormire gli abeti. Attorno a loro il fogliame degli alberi si era dipinto di rosso e di giallo lucenti. L’aria era così limpida come può esserlo solo sotto un cielo azzurro e autunnale”.

In questo contesto naturale, Tonja cresce e sperimenta la libertà, il contatto diretto con la natura che abita ed esplora, la possibilità di misurarsi con sé stessa e con ciò che la circonda. E’ decisa, coraggiosa, sfacciata al punto giusto, intrepida e diretta.  E’ cresciuta accanto a Gunnvald che considera un nonno, dal quale ha imparato ad amare la montagna, ma anche quanto possono essere complicate le relazioni.

Gunnvald è un anziano e rude montanaro, che da trent’anni non comunica con sua figlia Heidi; entrambi soffrono molto, sono pietrificati dal dolore che li tiene lontani e impedisce loro di dirsi quanto si vogliono bene. Il loro rapporto si è interrotto per una serie di incomprensioni:

“I grandi fanno molte cose stupide io lo so bene, dato che mi ritrovo qui ubriaco di martedì mattina”. Il vecchio scuote la testa rivolto a sé stesso. “Ma c’è una cosa importante”, prosegue voltandosi verso di lei. “Non è mai colpa dei bambini”. Picchietta il dito sul ginocchio di Tonja, come se volesse imprimere bene quelle parole dentro di lei. Non – è – mai – colpa – dei – bambini. “Cos’è che non è mai colpa dei bambini?”, chiede Tonja col respiro mozzato. “Tutto. Tutto quello che gli adulti fanno”.

Il riavvicinamento tra padre e figlia sarà lento e difficoltoso e sarà opera di Tonja. Grazie alla piccola, l’anziano riprenderà contatto con le sue emozioni e si aprirà ad un nuovo sentire.

Heidi è una giovane donna, ferita da un padre che sembra averla dimentica. Aiutata dalla piccola Tonja tornerà a vivere in Val di luce e a ritrovare emozioni sopite, ma ancora vivide. Ritroverà quel padre che aveva imparato ad odiare e sarà proprio la musica, il violino che entrambi sanno suonare, a farli ritrovare.

I protagonisti sono veri e autentici. Tutti sono abitati da emozioni e sentimenti ben raccontati attraverso i loro agiti; tutti mostrano profondità, autoriflessione, ma anche fragilità. Tutti sanno trarre insegnamenti dalle vicende che vivono, grazie alle quali maturano consapevolezze significative e utili per valorizzare i rapporti interpersonali. La narrazzione è attraversata da diverse tematiche; oltre alla complessità delle relazioni familiari e all’importanza dei veri legami amicali, emerge il rispetto per l’ambiente, la forza delle comunità montane, il rapporto tra generazioni.

 “E così il piccolo bolide della Val di Luce si addormenta, mentre la melodia lontana di due violini si mescola alle note cullanti del fiume, creando una musica miracolosa nella notte primaverile”.