
Di: Hannah Gold
Edito da: Salani Editore
April e suo padre si trasferiscono per lavoro in una piccola isola nell’Artico.
Le lunghe giornate e un’accesa curiosità spingono la piccola ad esplorare il territorio circostante, che le riserva una sorpresa. Armata di zaino e di quanto serve per affrontare ogni situazione all’aria aperta, raggiunge l’altro lato dell’isola, che ospita un orso bianco. L’animale è solo, emaciato, ferito ad una zampa a causa di una rete tagliente. L’orso si lascia avvicinare, curare e sfamare. Tra i due nasce un intenso rapporto, fatto di rispetto reciproco, silenzi, attese, tempi infiniti, contatti e ascolto.
<<A quel punto era talmente vicina da poterlo guardare dritto negli occhi. Avevano il colore del cioccolato fondente, così scuri da sembrare quasi neri. C’era una storia nei suoi occhi, come c’è in ogni persona o animale. E gli occhi di Orso raccontavano una storia di fame e disperazione. Forse persino di solitudine, anche se April non avrebbe potuto giurare che non si trattasse piuttosto di un riflesso dei suoi sentimenti. Ma, soprattutto, non erano sgarbati o crudeli come sono certi occhi. April cercò dentro di essi finchè non trovò l’autorizzazione di cui aveva bisogno>>.
In un contesto naturalistico unico e speciale, umano e animale manifestano gli stessi bisogni: la necessità di guarire ferite del corpo e dell’anima. April ha perso la mamma e il dolore l’accompagna ogni giorno.
Orso è intrappolato nell’isola, solo; lo scioglimento dei ghiacci e la condizione climatica preoccupante, lo ha isolato e allontanato dal branco, ferito e incapace di procacciarsi cibo. Ora ha una piccola amica che vuole prendersi cura di lui. E Orso la ricompenserà dedicandole tempo, attenzione e insegnamenti, che solo il regno animale custodisce e detiene.
<< Ma la cosa migliore di quel particolare pomeriggio fu imparare ad ascoltare. Non ascoltare come facciamo tu e io. Ascoltare sul serio … Orso le insegnò ad ascoltare la voce dell’isola>>
April è sola;dopo la morte della madre non riesce a comunicare e a condividere la sua sofferenza con il padre, immobile, silenzioso, intrappolato anch’egli nel dolore per la perdita dell’amata moglie.
<<Io … io vorrei tanto che papà mi sorridesse come faceva allora […] Avevo sperato che quest’estate ci facesse avvicinare. Ma non è stato così. Se possibile, ci ha allontanato ancora di più>>.
Il tentativo di April di riportare orso a ricongiungersi con la sua naturale famiglia la metterà in serio pericolo, ma sarà anche occasione per ritrovare un padre amorevole e affettuoso.
<<April lo guardò come se lo vedesse per la prima volta. Con la giacca di tweed, i capelli incolti e il profumo d’anice somigliava proprio a suo padre eppure, allo stesso tempo, sembrava diverso. Come se il fragile guscio di pergamena che l’avvolgeva si fosse dissolto e una solida versione in carne e ossa si fosse materializzata al suo posto>>.
L’intreccio di temi personali – la morte della mamma e il bisogno di condividere questa perdita lacerante con il padre – e le conseguenze del cambiamento climatico, le specie in via di estinzione e la consapevolezza che bisogna agire presto, danno vita ad una storia avventurosa, capace di emozionare e coinvolgere, spingendo il giovane lettore ad interrogarsi su cosa può fare ora, subito, nella sua quotidianità per salvare il mondo o almeno ciò che ancora resta.
Segnalo che il libro è illustrato da Levi Pinfold
Lettura dai 10 anni