Libreria Libri e giochi – Besana Brianza

La volpe e l’aviatore … una storia a cui manca un finale consolatorio

Di: Luca Tortolini, Anna Folati

Edito da: Kite Edizioni

La volpe e l’aviatore è una storia che riporta alla mente, alla sola lettura del titolo, due noti protagonisti di uno dei libri più celebri della letteratura per l’infanzia:Il piccolo principe.
Dal noto racconto, la vicenda della volpe e dell’aviatore prende avvio nel momento in cui l’aereo precipita in un bosco (nel Piccolo principe  cade nel deserto del Sahara), lasciando incolume Antoine. La volpe che narra la vicenda, colpita da alcune schegge del velivolo, viene soccorsa dall’aviatore, che le cura e benda la ferita. Antoine e volpe diventano subito amici, mentre l’aviatore tenta di riparare l’aereo, dal quale si allontana in cerca di alcuni pezzi di ricambio. L’animale nel frattempo sale sul velivolo e si addormenta, risvegliandosi a riparazione avvenuta, in volo sopra il mondo.  L’aereo giunge a destinazione e atterra in un campo militare, ove volpe conosce altri uomini e gironzola indisturbata. Il pilota promette a volpe di riportarla nel bosco, al termine della sua nuova ed imminente missione, dalla quale però non tornerà.
<<Gli aerei cominciarono a rientrare, ma non vedevo quello di Antoine. Aspettai tutto il giorno sulla pista di atterraggio osservando il cielo. Di Antoine nessuna traccia>>.
Volpe aspetta e aspetta e sogna il giorno in cui tornerà con Antoine nel bosco, quando lo presenterà alle altre volpi.
<<Non abbiate paura, lui è Antoine … è mio amico, e perciò, è amico di tutte le volpi>>.
L’amicizia tra l’uomo e l’animale è dunque il tema centrale della narrazione, che racconta e descrive un legame fatto di rispetto dell’altro e delle sue diversità. Si tratta di un rispetto profondo e sentito, empatico, gratuito, sincero e disinteressato, fatto di giusta distanza, di attesa, di vicinanza attenta, senza sopraffare l’altro, senza piegarlo al proprio volere.
<<Non mi corse dietro, non mi fece nulla, mi guardò andare via e basta>>.
Durante il viaggio in aereo Antoine riconosce il disagio dell’animale atterrito, agitato e tremolante, che sbatte qua e là.  <<Ti chiedo scusa, non ti avevo vista … non avere paura>>.
In volo Antoine e volpe parlano di sogni; quello dell’uomo è volare mentre quello di volpe è  mangiare una gallina. Il pilota rise dell’animale ma subito <<si scusò di aver riso e disse che ognuno ha diritto ad avere i propri sogni>>.
Antoine si dimostra attento e sensibile ai bisogni di volpe, durante la loro convivenza nel campo militare.
<< Volpe vedo nei tuoi occhi la nostalgia del bosco. Tra qualche ora dovrò compiere una nuova missione aerea, ma quando torno ti ci accompagnerò. Te lo prometto>>.
Ma il pilota non riporterà volpe nel bosco e noi, lettori non più in erba, sappiamo che a questo punto la storia incontra la realtà e ci ricordiamo bene che Antoine de Saint-Exupéry non tornerà più!
Volpe quindi cosa farà?
Continuerà a vivere nel campo base indisturbata e rispettata?
Per quanto aspetterà Antoine ?
Sono le domande che forse farebbe un bambino a cui l’adulto lettore dovrà essere pronto a rispondere e con le quali fare i conti: il finale apre a riflessioni e pensieri sul tema della morte, sul senso di perdita e abbandono, sulla scomparsa. A questo finale manca l’elemento consolatorio, quello che invece troviamo e che ci commuove e rincuora nelle ultime pagine del famoso racconto – cap. XXVI –, quando il piccolo principe si appresta a salutare l’aviatore e gli regala una sorta di rito consolatorio, che lo aiuterà a mitigare il dolore per la sua mancanza.
<<Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse (stelle), visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere! … E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere … E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: “Si, le stelle mi fanno sempre ridere!” e ti crederanno pazzo>>
Questo sarà un pensiero consolatorio e confortante per l’aviatore, che lo accompagnerà e gli riscalderà il cuore nei momenti di nostalgia, nei momenti in cui l’altro manca profondamente.
Le illustrazioni descrittive di Anna Folati sono un capolavoro, che si rinnova pagina dopo pagina;
amo moltissimo l’uso del rossiccio intenso del pelo della volpe, abbinato all’azzurro, che sfuma in mille tonalità.