
Di: Voutch
Edito da: Edizioni Clichy
“C’era una volta una ranocchia che aveva il mal d’orecchie,
un tremendo mal d’orecchie!
Così decise di andare dal medico”.
Le orecchie le facevano un male terribile e il medico le consigliò di rivolgersi ad uno specialista.
Ma ahimè questi non si occupava di orecchie di rana e allora la inviò da un ranocchio-laringoiatra che però sa solo curare le orecchie delle rane adulte … e dunque le consigliò di consultare uno specialista in pediatro-ranocchiologia.
“Spero che almeno lei, egregio otorino-ranocchio-pediatra,
possa fare quacosa per le mie povere orecchie che m fanno così male,
ahi ahi ahi ahi ahi!”
“Ahimè, povera piccola, il mio super otoscopio a micro-risonanza elettro cabalistica
si è appena rotto e, senza questo strumento diagnostico, non posso fare proprio niente!
Ho saputo che c’è un omeoranocchio-pata proprio dietro l’angolo. Vai subito da lui!”
La piccola ranocchia dolorante passò così da un medico all’altro, fino a doversi recare in ospedale da sola … ma lungo la strada incontrò il suo caro nonno, che le chiese di mostrare esattamente il punto che le duole e scoprì che la piccola aveva un tremendo mal di piedi a causa di un paio di scarpe piccole e strette.
Storia divertente e leggera, adatta ad una lettur condivisa a voce alta, capace di farci sorridere ma anche molto riflettere …
Le illustrazione chiare e leggibili devono essere messe in relazione con il testo è richiedono di essere osservate con attenzione.
Osservando ogni singola illustrazione scopriamo come sta la nostra piccola protagonista, ma soprattutto come viene tratta dai diversi specialisti.
La ranocchia non viene guardata, visitata, ascoltata, osservata … lei porta il suo dolore, la sua richiesta ma nessuno è in grado di entrare in relazione empatica con la piccola, che continua a chiedere aiuto.
Le illustrazioni ce la mostrano sempre a bordo pagina, piccola, spesso nemmeno presentata nella sua totale interezza. Lontana fisicamente dai diversi specialisti, che oltre ad essere distanti dalla piccola non si fanno carico del suo dolore; l’unico dottore che sembra più disponibile degli altri gira le spalle alla rana.
Le illsutrazioni ci raccontano ciò che prova la piccola rana, affranta, sconsolata, incompresa e sola.
Il dolore è talmente intenso da spingerla a recarsi all’ospedale da sola.
Lungo il tragitto incontra il nonno che si mette in ascolto con estrema empatia, le fa domande, la guarda … si sintonizza su di lei e sul suo bisogno, si mette in relazione, l’aiuta a capire e si offre di andare a comprare un paio di scarpe nuove … sarà questa azione che aiuterà concretamente la piccola.
L’ altra riflessione che voglio condividere e che suscita questo albo è relativa alla responsabilità, alla disponibilità di ognuno di voler farsi carico di problemi, necessità, bisogni altrui. La ranocchia non ha bisogno di un medico, bensì di qualcuno che compie un atto di volontà che lo spinge ad “essere per l’altro”, che lo porta ad andare verso l’altro, mettendosi a disposizione, esercitando ascolto, empatia, attenzione.
I risguardi ci danno conto dell’evoluzione della storia, iniziata con un mal d’orecc hie e finita con un paio di scarpe nuove …
Un albo illustrato tutt’altro che frivolo, palestra per allenarci ad esercitare la nostra capacità di ascoltare ed entrare in relazione con l’altro. Un albo da regalare a
qualche specialista, che dite?!
qui la mia video recensione