Libreria Libri e giochi – Besana Brianza

La diversità del colore della pelle negli albi illustrati

Il presente contributo è il resoconto della serata PICCOLE GRANDI LETTURE, svoltasi in libreria.

Tema dell’incontro la DIVERSITA’, indagata partendo dalle domande:

  • Quali tipologie e rappresentazioni di diversità trattano gli albi illustrati?
  • In che modo vengono raccontate le diversità di genere, somatica, fisica, melaninica e culturale?

Supportata da alcune ricerche, il mio intervento ha preso le mosse da come viene raccontata la DIVERSITA’ nei libri per bambini, in particolare negli albi illustrati, considerando gli stessi come importanti mediatori culturali e veicoli di valori. Pertanto la lettura dell’albo si ritiene incida nella formazione dell’immaginario infantile, contribuendo alla formazione di contenuti permeati o no da pregiudizi e stereotipi. Gli albi illustrati trattano  La DIVERSTA’ a tutto tondo,  ovvero troviamo storie che raccontano punti di vista, la diversità di lingua, la diversità di famiglie, le diverse capacità di ognuno, la diversità di genere, la diversità di colore della pelle, la diversità intesa come disabilità/handicap, le diversità somatiche, la diversità culturale e l’incontro con la diversità. Nel corso della serata non si è volutamente preso in considerazione la disabilità e l’handicap, che necessitano di riflessioni altre.

Facendo riferimento a  una ricerca che ha coinvolto un gruppo di insegnati di scuola infanzia, la diversità è  tendenzialmente affrontata attraverso i colori, le forme e gli animali, senza entrare nel merito di specifiche differenze. Fra gli albi che si utilizzano  maggiormente a scuola si annoverano  PICCOLO BLU E PICCOLO GIALLO, ELMER ELEFANTE VARIOPINTO, FEDERICO, PIK BADALUK, PEZZETTINO, PICCOLA MACCHIA.

Data la complessità del tema ho focalizzato la mia attenzione sugli albi illustrati che raccontano la diversità di colore della pelle, con particolare riferimento alla rappresentazione del bambino di pelle nera. Ho riportato al gruppo che la mia scelta è dettata dal fatto che sono veramente pochi gli albi illustrati che raccontano storie di bambini di colore, sembra quasi che questa diversità sia taciuta, non si sappia come affrontarla,  forse per paura di  creare la categoria dei neri e dei bianchi o di  scadere nei soliti stereotipi. Ho quindi portato all’attenzione del gruppo alcuni albi illustrati ancora in commercio, i cui protagonisti sono adulti e bambini con la pelle nera, con l’obiettivo di conoscerne le storie ma soprattutto per analizzare come ….

FIOR DI GIUGGIOLA – BABALIBRI

La piccola Fanfarina – di pelle nera –  decide di regalare alla mamma, per il suo compleanno, un bebè – di pelle bianca –  trovato nella giungla; i suoi numerosi fratelli e sorelle sono felici ma la mamma è piuttosto reticente. <<Perché non lo affidiamo a zia Dorotea?>> I bambini si ribellano: <<Zia Dorotea ha un carattere troppo brutto … e ha i peli sul mento … e punge quanto ti abbraccia>>. Ai bambini non rimane che darsi un gran da fare finchè la mamma sarà conquistata dalla nuova bambina che sarà chiamata Fior di Giuggiola.

Questo albo viene spesso usato per introdurre il tema dell’Africa, descrivendola come un luogo dagli spazi ampi, caratterizzato da natura lussureggiante e vita tribale, i cui simboli sono le numerose capanne ed il villaggio. I pregiudizi e gli stereotipi emergono da alcuni elementi che lasciano trasparire un’idea di Africa colonizzata e conquistata: il boa viene ucciso e reso trofeo da mostrare, mentre il cane con il collare e il gatto vivono all’interno delle capanne  … alla moda europea – gli altri animali selvaggi stanno fuori! La piccola Fanfarina è poco vestita così come il resto della sua famiglia; quando decidono di fare un vestito alla piccola neonata le cuciono un abitino rosa con volant alla moda europea. Dunque non veste come loro poichè tutti i protagonisti della storia sono scalzi, indossano pochi vestiti e hanno tutti un sorriso sciocco e visi bonari. Tutte le osservazioni appena riportate si evincono dalle illustrazioni poiché il testo non fa alcun riferimento a quanto detto e nemmeno al colore della pelle.

LA STORIA DI PIK BADALUK – EMME EDIZIONI

Una storia d’altri tempi in un’Africa di «piccoli mori» e di «orribili belve», un’Africa dove in mezzo alla foresta crescono degli improbabili alberi di mele. Il piccolo Pik viene invitato dalla mamma a non uscire dal giardino di casa poichè fuori c’è la belva cattiva che lo potrebbe mangiare. Cosa farà il piccolo Pik Badaluk? Resterà a giocare dentro lo steccato? Oppure varcherà la «porta che porta nel bosco»? Pik uscirà, e per mettersi in salvo da un leone affamato salirà su un grande albero. Alla fine, solo con l’aiuto di tutta la tribù che ucciderà il felino, riuscirà a tornare dalla mamma.

Le osservazioni dell’albo hanno evidenziato anche qui alcune illustrazioni stereotipate. Pik vive in una capanna, è molto magro con braccia e gambe molto lunghe, labbroni grossi e rossi, occhi sgranati. Il padre è magrissimo e indossa un gonnellino di piume multicolori e la mamma molto grossa sembra una schiava dell’Ottocento pronta per andare a raccogliere cotone.

KIRIKU’ E LA STREGA KARABA’ – APE JUNIOR

Il piccolo Kirikù nasce in un villaggio africano che viene terrorizzato dalla strega Karabà, una donna bellissima e crudele e si circonda di feticci che sono ai suoi ordini. Tiene il villaggio in pugno, ha prosciugato la fonte, ha rubato tutto l’oro alle donne e la leggenda dice che mangia gli uomini. Il valoroso Kirikù, appena nato, vuole  salvare il villaggio dalla strega e scoprire il segreto della sua malvagità . Dopo molte avventure, Kirikù riesce a raggiungere la montagna incantata e a parlare con il saggio che conosce i segreti di Karabà.

Questo albo racconta un’Africa esotica, ove vivono uomini e donne bellissimi e seducenti, dai corpi statuari, vestiti con abiti e gioielli preziosi.

ADA LA SCIENZIATA – DE AGOSTINI

Ada Twist è una bambina  con la passione per la scienza che può vantare una fantasia sfrenata e una curiosità senza confini. Giorno dopo giorno la sua testa si riempie di domande a cui cerca di dare una risposta con i suoi esperimenti. Un giorno, però, la sua missione scopri-il-perché-delle cose e i suoi complicati esprimenti scientifici superano il limite. I genitori, esasperati, la mandano in castigo sulla Poltrona del Pensiero. Ma sarà una punizione a frenare la sua fame di sapere?

Questo albo illustrato rappresenta un ottimo prodotto nel panorama editoriale, poiché narra la vita quotidiana di Ada e dei suoi genitori con la pelle nera, che si devono misurare con la sua straripante curiosità. Il tema della storia prende le mosse dalla vita di di Ada Lovelace e del premio Nobel Marie Curie. Ada la scienziata è un libro che insegna alle bambine a prendere coscienza del proprio talento e della propria intelligenza, celebrando la curiosità e la determinazione come valori irrinunciabili (per i piccoli così come per i grandi), il libro promuove il concetto di diversità di genere come risorsa e trasmette un messaggio fondamentale: intelligenza e perseveranza sono le armi per realizzare i propri sogni.

Nell’albo non si fa mai riferimento al colore della pelle, che si evince solo dalle illustrazioni, poiché il tema della storia non è la diversità melaninica. Infatti l’albo offre davvero una storia e delle illustrazioni che de-costruiscono rappresentazioni stereotipate che abbiamo conosciuto negli albi sopra descritti, poiché racconta la quotidianità di una bambina che vive in un contesto multiculturale.

Gli albi fin qui proposti aiutano a riflettere su come vengono rappresentate le persone di pelle nera e ad allenare lo sguardo, ossia ad osservare e analizzare criticamente i messaggi che veicolano certe storie e illustrazioni. Riporto e concordo con quanto afferma Francesca Lazzarato quando afferma che <<c’è  la necessità di poter utilizzare albi illustrati in cui la storia, e le relative immagini, non per forza debbano parlare di valori, di ingiustizia sociale o di lotta al razzismo, ma è necessario invece che le storie parlino di altro, e cioè che raccontino vicende che abbiano come sfondo un contesto multiculturale in cui personaggi bianchi e colorati convivono in maniera del tutto naturale […] in città grandi e piccole dove si frequentano scuole con alunni di tutti i colori, si mangi al ristorante cinese o indiano, si portano vestiti cuciti in Corea, si ascolta e si balla musica africana, latina-americana o zingara …>>

Sarebbe quindi utile che negli scaffali delle librerie si trovassero molti albi che raccontino storie più corrispondenti alla quotidianità vissuta dai bambini, che si incontrano e vivono in contesti di normalità, che supportano la riflessione sulla complessità del reale, sulla pluralità di vissuti e sulla possibilità di assumere il punto di vista dell’altro. Albi come quello di Ada ci servono per sottolineare che i nostri modi di intendere e interagire non sono i soli supponibili, ci aiutano a trovare/creare zone di reciproca comprensione valorizzando tutte le differenze, creando una “zona di reciproca comprensione”, supportata da azioni educative e didattiche volte a favorire l’incontro e il dialogo  fra le differenti culture e l’attuazione di possibilità di scambio e confronto.

Per approfondire: V. FRANCIS-A. PILERI-I. BOLOGNESI-I. BIEMMI-V. BARBOSA, Colori della pelle e differenze di genere negli albi illustrati. Ricerche e prospettive pedagogiche. Franco Angeli, Milano, 2018