
Di: Olivier Tallec
Edito da: Edizioni Clichy
Il re ha tutto e quando dico tutto intendo proprio tutto. Ha tutto perché è un re e perché è un collezionista. Ogni giorno inizia una nuova collezione, che sistema, classifica numera per ore e ore. Non gli manca quasi niente. O meglio gli manca il NIENTE. E dove poterlo trovare?
Il re avvia una fitta e operosa indagine: legge libri, si impegna in ricerche scientifiche, rivolge la sua attenzione al mondo animale, sperimenta, viaggia, si confronta con l’immensità dell’universo e con i suoi sudditi, si sofferma su una cosa piccola di poco conto, che però non è ancora il NIENTE.
Le illustrazioni ci mostrano un re piccolo, in una crescente tensione emotiva, che traspare da un volto espressivo e dalle diverse posture corporee: lo vediamo preoccupato, tormentato, pensieroso, paziente, curioso, speranzoso.
Ma il NIENTE resta introvabile.
“ Non serve a niente avere tutto se non puoi avere il niente!”
E allora il re fa un ultimo tentativo: prova a sbarazzarsi di tutto, svuota scaffali e cassetti, per preparare la giusta dimora al NIENTE, che prima o poi avrebbe trovato.
Doppia pagina bianca, il re nudo.
“Ora c’era davvero molto spazio per il Niente”
Lo stile illustrativo essenziale ricorre al colore bianco per narrare la presenza, l’essere, non l’assenza.
Il piccolo re, nudo, privato di ogni orpello, è forse di fronte al niente?
Che cos’è il niente?
Com’è il niente?
Dove possiamo trovarlo?
Di cos’è fatto?
Si può descrivere?
E percepire?
Quando è stato l’ultima volta che ne hai fatto esperienza?
Il NIENTE ha in sé un significato negativo: cosa di minimo conto, trascurabile, che non esiste. Si tratta di qualcosa che materialmente riusciamo a concepire come assenza, vuoto, difficile da sperimentare.
Ma il NIENTE è anche un concetto filosofico, è uno stato dell’essere, un’esperienza esistenziale. Il niente è la condizione che rende possibile la rivelazione dell’essere nella sua autenticità, così come il piccole re nudo sulla pagina bianca.