
Di: Chiara Carminati
Edito da: Bompiani
Fuori fuoco di Chiara Carminati – Bompiani
Una scrittura raffinata e artistica.
Una ricerca meticolosa delle parole, che costruiscono riga dopo riga, un capolavoro stilistico e una vivida testimonianza di una guerra che non si può e non si deve dimenticare.
La prima guerra mondiale che Jole, la protagonista, si trova suo malgrado ad attraversare.
“quando è scoppiata la guerra eravamo tutti contenti”, quando nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo davvero.
Carminati ci racconta una guerra vissuta e subita dalle donne.
Bambine, adolescenti, donne mature e anziane.
Dapprima perdono il lavoro e subito dopo vengono sfollate.
Donne abbandonate dai loro uomini, partiti per il fronte.
Loro hanno patito la fame.
Loro sono state ferite.
Loro sono rimaste è hanno combattuto la loro guerra: si sono dovute difendere, hanno lasciato le loro case distrutte e poi occupate, sono state denunciate e incarcerate.
Perché “la guerra la fanno gli uomini, ma la perdano le donne”.
Le donne si sono sostenute, alleate, riappacificate, si sono date e fatte coraggio. Sono state solidali e di sostegno l’una all’altra, per far fronte insieme alla tragedia.
“A Udine era la devastazione. Case bombardate, negozi saccheggiati, donne e bambine che rovistano nei mucchi di macerie come ratti affamati. Tedeschi in pattuglia che stacciano le case in cerca di soldati italiani nascosti. Dappertutto abbandono, violenza, distruzione. Ci guardavamo intorno col magone, senza poter parlare”.
La famiglia disgregata a causa degli eventi, è e resta per tutte le pagine il fulcro della narrazione, che la attraversa per raccontare e dare senso ad emozioni, tensioni, attese infinite, preoccupazioni, dispiaceri taciuti, allontanamenti indesiderati, amori nascenti.
La penna raffinata di Chiara Carminati ci regala pagine che si torna a rileggere e su cui si sosta con immensa soddisfazione:
“ … ho pensato che Adele Sartori fosse la donna più vecchia che avessi mai visto. La pelle del viso aveva un bel colore, ma era segnata da così tante rughe che a guardarle ti perdevi…La cosa più sorprendente erano le sue mani: nonostante fossero scarne e nodose, senza più polpa sotto la pelle, si muovevano con l’agilità e la delicatezza di due libellule”.
Ma in guerra la vita e la morte spesso si intrecciano e la nascita permette agli uomini di nutrire la speranza, di fermarsi di fronte all’incanto di un piccolo appena nato:
“E’ uscito il bambino. La nonna l’ha preso in mano e gli diceva delle cose piccole, piano … Era un fagottino di pane caldo, avvolto in una tovaglia e stava nelle mie braccia. Era minuscolo, morbido e tutto vivo. Non pesava neanche, ma piangeva e piangeva, come se tutta la vita gli scorresse nella voce”.
Tra le pagine Carminati ha inserito tredici “non-foto”, che vanno ad accompagnare la narrazione di Jole.
Si tratta di “non-foto” perchè senza alcuna immagine visibili, ci si trova di fronte a un riguadro grigio che solo la descrizione che l’accompagna ci aiuta a ricostruire i soggetti. Questo originale espediente induce il lettore a immaginare, ad attivarsi in un gioco di definizione di una foto inesistente, che solo attraverso la parola puà esistere.
Fuori fuoco ha vinto il Premio Strega ragazzi e ragazze sezione 11-15 anni – Premio Orbil 2015, Speciale della giuria del Premio Andersen.